Essere papà è fantastico e gratificante, ma all’inizio può anche intimorire. I neopapà vogliono aiutare ma non sanno come, e sentono che tutto ricade sulle spalle della mamma. Ma qualunque cosa tu faccia, non complicarti troppo le cose! Il dott. John Rich è psicologo, professore e papà. Qui puoi leggere i suoi consigli utili su come instaurare un legame con il tuo bambino.
Il dott. John D. Rich, Jr. è uno psicologo educativo, professore di Psicologia presso la Delaware State University, marito della fantastica Erin e padre di due ragazzi adolescenti. Il dott. Rich scrive sull’essere genitori e dà consigli su www.drjohnrich.com, oltre ad aver scritto il libro Positive Parenting, pubblicato questa primavera.
È facile sentirsi il terzo incomodo quando arriva il bambino. Leggi i consigli del dott. Rich su come trovare il tuo posto come neopapà e rafforzare il legame con il tuo neonato.
Tutti i neopapà prima o poi pensano: “Non mi sento molto utile. La mamma sta facendo la maggior parte del lavoro e mi sento escluso.” Molti uomini che diventano padri si trovano a pensarla in questo modo. I neonati sono adorabili, ma è difficile prendersene cura. La loro vocina ci fa sciogliere il cuore, ma il cambio del pannolino può diventare un vero incubo! Ti è già capitato di affrontare una pupù che ha incredibilmente superato la barriera del pannolino e si è spalmata sulla schiena del bambino? Divertente da pulire, no? I bambini hanno una vocina delicata ma sono capaci di farci emergere in un secondo dal nostro sonno più profondo. Ricordo che quando sono diventato papà per la prima volta, dormire quattro ore consecutive era una gioia, un vero lusso!
Nel complesso, può sembrare che la mamma stia facendo tutto da sola e noi ci sentiamo utili come un abaco in una gara di calcolo.
E quando il bambino piange, non è così facile capire cosa vuole. Ha fame? No. Ha appena mangiato. Ha il pannolino sporco? Già cambiato. Continua a piangere. Forse deve fare il ruttino. I timpani stanno per cedere, man mano che il pianto aumenta di volume mentre lo culli e gli dai colpetti sulla schiena. Forse è stanco. Un giretto in auto attorno al quartiere sembra aver funzionato. Finalmente! Ora, se riuscissi solo ricordare come mi chiamo…
Inoltre, molti neopapà pensano che la mamma stia facendo la maggior parte del lavoro, soprattutto se allatta al seno. C’è bisogno di cucinare, pulire, portare il bambino a passeggio, nutrirlo, pulire, parlare, cantare, leggere e concedersi del tempo per i pisolini. Nel complesso, può sembrare che la mamma stia facendo tutto da sola e noi ci sentiamo utili come un abaco in una gara di calcolo. Vogliamo aiutare ma non sappiamo come trovare il nostro posto e cosa fare per essere utili. Vogliamo aiutare la mamma, che sta lottando per resistere a una micidiale combinazione di stanchezza e privazione del sonno. E vogliamo aiutare il nostro bambino. Finalmente è qui, e non sembriamo in grado di affrontare la situazione.
Non prenderla sul personale, ma non c’è niente che la mamma voglia di più che non vedervi per qualche ora
Se vuoi partecipare ma non sai cosa fare, il consiglio più importante che posso darti è: FAI QUELLO CHE FARESTI NORMALMENTE e porta con te il bambino mentre lo fai. Devi fare la spesa al supermercato? Dì alla mamma che porti il bambino con te. E mentre fai shopping, PRENDITI IL TUO TEMPO! Non prenderla sul personale, ma non c’è niente che la mamma voglia di più che non vedervi per qualche ora. Finalmente può dormire, guardare la TV o leggere un libro senza sentirsi in colpa. Forse, Dio non voglia, potrebbe persino… parlare con le sue amiche senza essere interrotta?
Quando stavate aspettando il bambino, probabilmente hai immaginato in mille modi cosa avresti fatto con lui quando finalmente sarebbe arrivato. Avreste giocato a calcio e proprio al primo tiro si sarebbe tuffato all’indietro come un piccolo Odell Beckham Jr afferrando la palla con una sola mano. Ga – ga – goo – goo, avrebbe detto felice. In un altro sogno ti saresti seduto con tua figlia e le avresti confessato tutte le tue più profonde convinzioni, e lei avrebbe approvato con un cenno della testa, dicendoti di rilassarti e che era ovviamente d’accordo con tutto ciò che le avevi detto. “Mi hai convinta quando hai parlato della gratificazione ritardata”, avrebbe detto.
Tutti quei desideri di giocare e chiacchierare sono fantastici, ma nei primi giorni, quando il bambino non riesce ancora a tenere su la testa, non devi fare nulla di speciale. Devi solo essere presente. Lascia che tuo figlio senta la tua voce e ti guardi negli occhi, e senta il calore e la serenità delle tue parole. Lascia che tua figlia scopra la sensazione di sicurezza delle tue mani forti e delle tue spalle larghe. Dedicale del tempo, parlale trasmettendole tutto l’amore che provi. Devi fare solo questo, adesso.
Va benissimo quando siedi sul pavimento a giocare, intepreti ruoli immaginari e parli con il tuo piccolo, ma spesso è sufficiente portarlo con te quando devi occuparti delle cose di tutti i giorni. Stai lavorando a un progetto? Se non c’è niente di pericoloso in giro, metti il bambino nella Sdraietta o nel tuo Marsupio BABYBJÖRN e lavora con lui. Vuoi leggere il giornale? Leggilo ad alta voce al bambino.
Non complicare troppo le cose
Non complicare troppo le cose. Mentre svolgi le tue attività quotidiane, tieni il bambino vicino a te e parla ad alta voce di quello che stai facendo. Non importa se il bambino non capisce le tue parole. Ciò che conta è il tuo tempo e la tua voce. Se il giornale parla di un nuovo progetto edilizio nel tuo quartiere, rivolgiti al tuo bambino e spiegagli: “Spero che non interferisca con il mio tragitto al lavoro… Di solito prendo la Statale 15 per andare in ufficio, ma qui dice che chiuderanno le strade per le prossime due settimane… Forse dovrei cambiare percorso?” Fagli un po’ di coccole, oppure avvicinati e guardatevi negli occhi. “Cosa ne pensi? Dovrei prendere la tangenziale anziché passare dal centro?” Accarezzagli i piedini. “Sarà un piccolo disagio, ma potrebbe farmi risparmiare del tempo… Spero che non chiudano le strade troppo a lungo.”
Essere un neopapà può far paura, lo so. Ero spaventato a morte quando è successo a me. Poi ho capito: non devo essere Superman. Non devo avere la morale di Obi-Wan Kenobi né la fermezza della Signorina Rottermeier. Devo solo prendermi cura del bambino, amarlo ed essere presente.
Tuo figlio crescerà avendo fiducia nel suo valore e nel suo potenziale, come conseguenza del fatto che lo avete sempre trattato come se avesse tutto il valore e il potenziale del mondo. Man mano che invecchiate, ve ne accorgerete. Essere un ottimo padre non significa avere le parole giuste o una serie specifica di comportamenti. I grandi papà allevano i loro bambini con l’esempio e dando attenzioni positive. Buona fortuna per questo viaggio che avete iniziato. Non c’è niente di più impegnativo, né più gratificante e rivoluzionario che vivere le tue più alte aspirazioni familiari.